-'notte ma', 'notte 'pa'.-
Holden Carter e Quinn Thomson guardarono con sospetto il loro primogenito sulla porta della loro camera da letto.
Era bello, pettinato, pulito, profumato, sobrio, e soprattutto in orario.
- Sei tornato presto.-
- Mi avete dato voi l'orario, posso sempre uscire di nuovo e-
- A dormire.-
-'kay. 'Notte.-
Holden si alzò per chiudere la porta.
-Non dire niente. Non dire niente. E' tutto troppo bello per essere vero.-
- Buonanotte. - gli disse solo sua moglie.
Lui neanche rispose. Spense la luce, pronto a godersi un sonno tranquillo e che durasse più di cinque ore.
Gli parvero trascorsi solo cinque minuti quando la sentì mettersi a sedere.
- Quinn.-
- Quel figliodiputtana sta uscendo dalla finestra.-
Holden alzò gli occhi al cielo senza aprirli, tese l'orecchio.
Paul aveva sedici anni ed era alto due metri. Sentiva distintamente il graticcio scricchiolare sotto il suo peso. Probabilmente lo sentiva anche suo nonno a Capital City.
- Ma come può anche solo pensare che non ce ne accorgiamo, trizio!- sua moglie sembrava più piccata da questo aspetto della questione.- Io ero più abile.- scese dal letto.
- Stai andando a mostrarglielo?- Holden la trattenne. - Lascialo fare, Quinn.-
-Ci sta prendendo in giro!-
- Proprio così.- la strinse, per impedirle di protestare. O di corrergli dietro.
- Holden, noi-
-Persi, amore mio, abbiamo portato i nostri figli in una riserva protetta. Lasciali sfogare, così poi a Ghandi li possiamo chiudere dentro per tutto l'anno. Che cosa rischiano mai, qui?-
- E' andato a bere coi suoi amici,lo so.-
- ...tu invece alla sua età andavi a catturare lucciole sulla collina.-
Sentì che sua moglie restava imbronciata per principio. Morse il broncio.
- Rilassati, dormi serena, ne hai bisogno.-
- Come diavolo fai a stare così tranquillo.Se lui non torna come faccio a saperlo!-
- Ho messo una sveglia tra due ore. Se non è in camera sua vado a prenderlo con la violenza.-
-...è anche per questo che ti amo.-
- Lo so, Persi, lo so.-
Paul Carter si affacciò alla tenda baldanzoso e fiero, sventolando una bottiglia del migliore whiskey reperibile durante una fuga dalla finestra. Impossibile descrivere la sua delusione quando trovò la tenda vuota.
- Dove cavolo è andata.-
Per un attimo pensò che non ce l'avesse fatta.
- Sono qui, spilungone.-
Cecilia Ritter era seduta su un masso e provava a centrare bottiglie vuote a forza di sassolini.
- Hai avuto problemi?- gli chiese, aprendo la bottiglia.
-No, nessuno si è accorto di niente. -Paul pareva particolarmente fiero della cosa.
-Jaden dov'è? L'hanno beccato?-
-Mh, no. E' salito sulla collina con la tipa di Cap City. Pare gli faccia vedere le tette.-
-Sei un bamboccio in un corpo enorme, Paul Carter.-
Paul ghignò un plateale inchino.
-Meglio, uno in meno con cui dividere- Cecilia era brava a trovare il risvolto pratico.
Metà bottiglia dopo erano scivolati giù dalle rocce in pose di relax piuttosto scomposte.
-Mia madre mi fa un sacco di domande.-
-Seh, anche la mia.-
- Dove sei stato, con chi, figlio di chi...pretende di conoscerli tutti.-
-Seh, anche la mia.-
- Voleva sapere anche a tutti i costi chi fossi tu, se potessi avere una cattiva...influenza.-
Risero entrambi un brindisi.
- Tu che hai detto?-
-Che sei una tipa morigerata. Non bevi, dai una mano a Saint Quentin-
-'ttanedaguerra, un altro sorso di questo e stringo la mano a Saint Quentin in persona.-
Holden si voltò a guardarla con gli occhi arrossati. Rise a lungo.
Si accorse che aveva un buon odore. Capelli morbidi.
- Che cazzo fai, Carter?-
Si rese conto di avere una mano sospesa a mezz'aria, verso i suoi ricci disordinati.
-Provavo se tante volte anche tu mi lasciavi toccare le tette.-
- Non ti prendo a sberle solo perché non beccherei la traiettoria.-
-Per quello c'ho provato ora.-
- Anche tu come traiettoria...quelli erano i miei capelli.-
-Ah.
- Sei maledettamente ubriaco,Paul.-
- Perché tu invece rientri a casa dalla porta principale, mh?-
Continuarono a insultarsi fino al fondo della bottiglia e un po' oltre.
Fortunatamente la sveglia di Holden Carter non aveva suonato.
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