mandag 11. juni 2012

Prove generali


Paul Carter era giovane, entusiasta e con una sconfinata fiducia nell'esistenza.
Era anche piuttosto su di giri perché era la prima volta che tornava a Oak Town dopo tempo.
Il tempo dell'incoscienza, tipo.
Passò una mano tra i capelli biondi e lunghi e si avviò tra la folla, nella piazza del mercato baciata dal sole.
Aveva indossato una tipica camicia a quadri da ranchero, jeans sdruciti e stivali, con grande trasporto e ogni intenzione di integrarsi appieno. Tutto sommato, si sentiva un gran pezzo di figo.
La prima fermata fu senz'altro al banco delle armi. Era una giovane fanatico e ingenuo, e sognava di diventare una promettente guardia del corpo, come suo nonno prima di lui. Senza alcun dubbio, quella sarebbe stata anche l'ultima fermata se non avesse sentito qualcosa di estremamente interessante:
-...TTANEDAGUERRA.-
Si voltò appena in tempo per non perdersi una sonora alzata di dito medio a un gruppo di ragazzini dispettosi.
L'autrice era una tale dall'aria selvatica.Piuttosto carina, va detto. Aveva un nasino delizioso.
E la maglietta sporca di caffè bollente.
-Che c'è? Ne vuoi uno anche tu?-
Si era accorta che lui la stava guardando.
Paul le offrì un fazzoletto.
-Mia madre lo dice sempre. Puttanedaguerra.-
- Seh- convenne lei, pulendosi di malagrazia.- anche la mia.-
- Io sono Paul.- si presentò lui con un sorriso smagliante.
-Mh. E fai il cascamorto di professione o segui l'ispirazione del momento?-
Gli piazzò in mano il fazzoletto macchiato, in faccia due occhi verdissimi da fiera, e si allontanò. Almeno, gli risparmiò un dito medio.
Paul, un po' frastornato,la guardò dileguarsi tra la folla con un sorriso vagamente ebete.

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