mandag 16. juli 2012

Dei molti e mirabolanti modi per sputtanare ogni cosa parte IV

Oak Town, 2436


- Credo di essermi innamorato di te.-
Cecilia si era sentita gelare, strato dopo strato, fino in fondo all'anima. Lo aveva visto agitare una mano come se non fosse davvero lì davanti a lui.
-No, ne sono certo.-
Aveva fissato i quadri della sua camicia, le sue braccia incrociate con determinazione.
Paul non le aveva dato il tempo di rispondergli. Le aveva posato una mano enorme su una guancia con delicatezza.
-Vedi, 'cilia...questo, è sputtanare tutto.- le aveva detto. L'aveva guardata ancora un attimo prima di ridiscendere la collina non più verde senza un saluto.
Dal piazzale si sentivano le voci. Holden passò con Sallie in spalla e la scaricò tra le proteste nella jeep ormai pronta. Paul parlava poco.
Era un rituale che si ripeteva da anni.
Il loro non-saluto, la jeep pronta, restare a guardare finché non spariva nella polvere.
Era tutto uguale e tutto diverso.
Non poteva perdere Paul.
Era stata un'estate strana. Era stato bello essere ancora più vicini.
Non avevano voluto pensare alle conseguenze.
Avevano voluto godersi quei raggi di sole, finché duravano, indipendentemente da quello che sarebbe venuto dopo.
Dopo era arrivato.
Tra lei e Paul poteva funzionare splendidamente.
Ma poteva finire, come ogni cosa. E lo avrebbe perso per sempre.
Cecilia si abbracciò le ginocchia, seduta in cima alla collina.
Era innamorata di Paul, e ne era certa. Da anni.
Non avrebbe tollerato una vita in cui Paul Carter non facesse parte stabilmente del suo mondo.
Decise che entro l'estate successiva avrebbe avuto un nuovo fidanzato scombinato. Ogni cosa sarebbe tornata a posto. Senza rischi.

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