lørdag 7. juli 2012

Mauler

Paul Carter stava seduto di fronte alla tenda, disegnando cerchi concentrici nel terriccio con un ramo secco. Gli mancava la pioggia sull'Hudson. Aveva l'aria di qualcuno che avesse aspettato un'ora di troppo. Finalmente sentì le foglie secche piegarsi sotto il peso di qualcuno. Qualcuno di sottile, spigoloso, con una marea di ricci ribelli, qualcuno di bello in modo irritante. Alzo' gli occhi verso il sentiero proveniente dal ponte, ma non vide nessuno. Cecilia Ritter fece capolino dal lato opposto, fra le frasche. Spuntarono prima gli occhi affamati e sospettosi, poi l'intera testa scapigliata, a seguire tutto il corpo e... un mauler. Imbracciava un mauler. Paul sgranò gli occhi.
-PUTT...RIZIO!
Era una cosa talmente grossa che non gli sarebbero bastate le imprecazioni di due generazioni di Thomsons-Sterlings per definirla.
Cecilia mostrò i denti in un ghigno fiero.
-Ho dovuto aspettare tre ore, prima che decidessero di togliersi di mezzo. -dichiarò con aria fiera, proseguendo imperterrita- Soffitta, dietro la bandiera. 'ttanedaguerra, erano mesi che aspettavo! Mi senti? Soffitta, dietro la bandiera. Stupidi. -soffiò.
In effetti, Eir Sterling non era mai stata una cima quando si era trattato di nascondere cose o nascondersi. Aveva l'orgoglio fra le ruote.
Paul continuava a fissarla ad occhi sgranati.
-Cil... e.. tipo... funziona?
-Certo che funziona. Proiettili perforanti. E' per questo che te l'ho portato. Vuoi imparare, no?
Paul non riusciva a spiaccicare una sola parola. Semplicemente la guardava, terrorizzato, incantato. Cecilia gli si sedette accanto, appoggiando il mauler sulle gambe. Lui aveva undici anni, lei dodici. E la tranquillità infantile con cui armeggiava con l'arma automatica era spaventosa. Lui allungo' la mano, controllo' che la sicura fosse inserita. Infine scollò le labbra.
-Come facevi a sapere?
-Me l'ha mostrata papà.
-Mr. Ritter.
-Papà - lo rassicurò lei.
-Mr. Ritter - insistette lui, per il bene della pace nel 'Verse.
-Mh. - concesse lei.
-Era sua?
Cecilia gli rivolse lo stesso sguardo frustratamente femminista ed accusatorio che Eir aveva spalmato addosso a suo padre milioni di volte, addestrandola. Paul registrò il passo falso con l'aria di un cucciolo inesperto, confuso.
-Di tua madre?
Indagò lui, tentennante. Cecilia annuì.
-Mh. E che ti ha detto esattamemte, quando te l'ha fatto vedere?
-Chi, mio padre?
-Mr. Ritter.
-Mi ha raccontato di quando se ne girava per il 'Verse con l'equipaggio di Jack Rooster, a cercare di costruirmi un futuro a colpi di questo.
Cecilia alzò la canna del mauler concitatamente. Paul la riabbassò con cautela ed un'occhiata ansiosa. E, forse, con l'aria di chi aveva sentito quella storia raccontata in modo diverso. Con un paio di "puttanate" ed "egoisti" di mezzo.
-Eir. - precisò la protagonista delle avventure senza l'ombra di un punto interrogativo.
-Mia madre. - Cecilia confermò.
-Mh.
-Mi ha raccontato della volta in cui si è messo nei guai con la legge, papà.

Il viso di Paul si fece più interessato. Cecilia alzò il sopracciglio stuzzicante e felina, da brava figlia di bandito.
-Mia madre cercò di aiutarlo a scappare. Cioè di salvarlo. Andò dritta al ranch ed affrontò un'intera truppa alleata da sola. Con il mauler. Era anche a cavallo, penso. A cavallo con il mauler. - Cecilia decorava la scena a suo piacimento con aria sognante. Anche Paul sembrò ammirato. Cecilia continuò, cambiando espressione.
-Ma quei bastardi le riempirono la schiena di pallottole, e massacrarono mio padre dopo che aveva spezzato il collo ad una puttanella in blu. -Pappagalleggiò alla meno peggio, riempiendo i buchi di fantasiose note di redattrice. Storse le labbra in modo feroce. Paul tentennò.
-E riuscirono a sopravvivere...
Cecilia lo fulminò con un'occhiata truce. Lui si arrese. Era la sua storia. E poi doveva ancora arrivare al punto, glielo poteva leggere in faccia.
-Mh. Il modo in cui ne parla. Il suo sguardo, quando ne parla...
-Mr. Ritter, di Eir?
-Mio padre, di mia madre.
Cecilia continuò imperterrita. Paul ne guardava i ricci svolazzanti nella brezza del tardo pomeriggio, ipnotizzato. Lei scosse il capo.
-Il modo in cui la guarda. E' come se tutto sparisse. TUTTO.
Sottolineò, con una smorfia sofferente. Paul storse le labbra in un sorriso strafottente.
-Sei gelosa di Mr. Ritter?
Ridacchiò. Lei lo fissò e tentò di scaricargli una sventola dietro le orecchie.
-Sei un bamboccio...
-...In un corpo enorme, si. Cosa c'è allora?
-...non lo so. Tipo, a volte li guardo dalle scale, prima di uscire, la sera.
Per "uscire", Cecilia intendeva "sgusciare fuori mentre i genitori erano troppo impegnati ad affogare l'uno nell'altra per accorgersene".
- E... -proseguì- ...ttanedaguerra. Sembra che siano una cosa sola. Sembra che lui sia nato per sradicarla e proteggerla, e lei per rivoluzionargli il mondo.
Tirò su col naso.
-Non so. A volte desidero solo che qualcuno guardi me, in quel modo...
E mentre Cecilia Ritter aveva lo sguardo appeso nel vuoto, Paul Carter continuava a guardarla in silenzio, come se tutto stesse sparendo. TUTTO.

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