søndag 8. juli 2012

Dei molti e mirabolanti modi per sputtanare ogni cosa parte I


Oak Town, 2436

Cecilia e Paul percorrevano con una certa baldanzosa dignità il sentiero diretto verso la sbronza.
- Ti prego. Ti prego. Ripetilo. Non ci posso credere. Non puoi essere così scimmione.-
-Ascolta...ascolta 'cilia : frignava.- per Paul era essenziale che lei capisse. Si avvicinò alitando brandy come un drago alcolizzato. - Frignava, capito.-
- Mh. E tu le hai detto : -
-"Vieni via. Vieni con me su Greenfield se ti secca che passiamo l'estate lontani."-
- E lei ti ha detto :- Cecilia si sentiva particolarmente calata nel suo ruolo di presentatrice.
-" Che schifo. E' tutto verde. E ci sono le mucche. Puzzerà da morire."-
Cecilia ululava dal ridere e gongolava con tutti gli ultimi neuroni non ancora intossicati. Era bello scoprire che la spiegazione al suo cortex spento era migliore di qualsiasi immaginazione.
- E tu : -
-Le ho stretto la mano e le ho detto addio.- dichiarò lui eroico. Si avvicinò un po' troppo e oscillò pericolosamente mentre le passava la bottiglia. - Non si insulta Greenfield davanti a me.-
-Giusto- convenne Cecilia, le lacrime agli occhi.-L'hai piantata con una stretta di mano. Quanto sei cafone.- gli fece sapere, tracannando l'ottimo liquore.
- Ei, se mi dici così, se mi dici così - non cafone. A quello ci era abituato. Parlava della faccenda Greenfield e Cecilia lo sapeva. -....non hai capito niente, di me.-
-Niente.-
-Proprio niente.-
-Lei non ha mai capito niente di te.-
-....-
- ...io ti capisco.-
-Tu mi capisci- dovette concedere Paul.
- Solo io ti capisco.-
-Solo tu mi capisci- si trovò a convenire ancora.
Cecilia aveva labbra morbidissime e sapeva di brandy. Si baciarono con una certa perizia. Era la cosa più naturale del mondo. Aveva capelli morbidi e setosi e lui intrecciava le sue dita tra quei riccioli ribelli per attirarla a sé. Lei gli aveva allacciato le braccia al collo poco prima che finissero distesi tra l'erba. Premeva il seno piccolo e sodo contro di lui che rispondeva con un gorgoglio appagato.
Paul si accorse che il suo corpo cominciava a reagire.
Si alzò in piedi come se fosse caduto su una molla e in meno di una frazione di secondo aveva già percorso tutta la distanza fino al ponte.
-Checcavolofai.- chiese, all'improvviso lucidissimo e preda dell'ansia.
Cecilia apparve disorientata e per un momento lo cercò tra l'erba, come se le fosse appena caduto dalla tasca. Strinse gli occhi per metterlo a fuoco e probabilmente si chiese come avesse fatto ad arrivare così lontano.
-L'abbiamo giurato. Neanche da sbronzi.- non era ansia, era angoscia proprio. - Non deve mai succedere. Mai.-
Cecilia pensò che probabilmente se avesse potuto si sarebbe sfidato da solo a duello per vendicare il suo onore oltraggiato. Ce l'aveva scritto in faccia.
- Non ti piaccio.-
- Dio mio.-
- E' così- anche Cecilia frignava, un po'. Si guardò con una certa aria critica, si pizzicò un fianco e risalì con la mano fino a definire con innocenza il profilo di un seno.
-PUTTANEDAGUERRA, CECILIA- Paul aveva chiuso gli occhi ben stretti e li copriva convulsamente con le mani come se fosse stato appena accecato. - Basta così. Serata finita. Te ne torni a casa. Da sola.-
- Non mi trovi bella e desiderabile, mh?-
-Chiamo Jaden. Ti faccio accompagnare da Jaden. Lui è...temprato.-
-Sono triste.-
-Fai bene a esserlo-
-Ma perché vuoi tutte quelle sciacquette core tutte uguali? Che cosa hanno loro che io non ho, mh?-
-Hey. Che è successo?- Jaden era sceso dalla collina rispondendo al segnale con prontezza.
- Portala via.-
-...cosa?-
- Portala via.-
- Non mi trova bella. A lui piacciono i manic-
-Cecilia, per l'amor di Dio, sei ubriaca.-
-Beh, anche tu.-
Jaden Hunt guardava confuso i suoi amici. Indubbiamente discretamente ubriachi entrambi. Fu illuminato dalla luce della comprensione e ghignò. Sapeva che prima o poi sarebbe successo. Aveva scommesso con Bryce Donovan.
-Portala via, Jade.-
-Waoh-
-Portala via e sta' zitto.-
Ghignando, Jaden Hunt si caricò Cecilia in spalla pronto a scaricarla direttamente sulla soglia di casa.
- Lo rimpiangerai.- salutò lei Paul.
Lui, dal canto suo, tornò a casa perfettamente lucido e turbato e percorse al lungo il perimetro esterno dell'abitazione prima di riuscire a mettersi le cose a posto nel cervello.
Quando i Carter si svegliarono, quella mattina, scoprirono di avere un fossato intorno casa.

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